Sempre più grave la situazione di Alfredo Cospito, mentre continua l’indifferenza colpevole dello stato.
Nei giorni scorsi le condizioni fisiche di Alfredo, come prevedibile, si sono aggravate. Lo ha segnalato la dottoressa Milia, che lo ha visitato nel carcere di Sassari rilevando l’aumento di problemi di termoregolazione e l’ulteriore calo delle difese immunitarie, insieme ad una riduzione di capacità motorie che lo costringe ormai a spostarsi in carrozzina. C’è stato inoltre un episodio che ha determinato la frattura scomposta del naso, a ulteriore complicazione del quadro sempre più allarmante di una persona che ormai ha superato i 100 giorni di sciopero della fame. A dimostrazione dell’accanimento con cui gli apparati statali trattano la vicenda, la dottoressa Milia è stata diffidata dal comunicare pubblicamente circa le condizioni di salute di Alfredo, in particolare con alcuni organi di informazione alternativa. Inoltre è stata rifiutata l’istanza di trasferimento in altro carcere dotato di strutture sanitarie adeguate a sostenere Alfredo in caso di emergenza, mentre la richiesta di anticipo della discussione del ricorso in cassazione contro il 41 bis è stata accolta fissando l’udienza al 7 marzo, una data comunque irragionevole e provocatoria alla luce di una situazione che ha già passato il limite e che da un momento all’altro potrebbe degenerare. Mentre si moltiplicano appelli e prese di posizione per la revoca del 41 bis a Cospito, appelli che provengono da settori diffusi e trasversali, presidi e manifestazioni di solidarietà vengono criminalizzati e si intensifica la consueta campagna antianarchica. Nei prossimi giorni si preciseranno altre iniziative per la revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito.